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Recensione: La casa delle bambole di Fiona Davis (Ediz. HarperCollins Italia, 2017).


Buongiorno Lettori, oggi vi porto a New York, a Manhattan per la precisione, a conoscere "le signorine" del Barbizon Hotel, protagoniste del romanzo di Fiona Davis La casa delle bambole. 


Affascinante la storia del Barbizon, un albergo per signorine, appunto, creato per ospitare giovani donne sole che si trovavano a soggiornare a New York per studio o lavoro. Imponente costruzione color salmone, 700 stanze, spazi comuni, terrazze panoramiche, il Barbizon accolse, tra gli anni '20 e gli anni '70, ragazze destinate a divenire star internazionali (Sylvia Plath, Grace Kelly, Liza Minelli, solo per citarne alcune); per tutte le regole erano inflessibili, gli uomini non erano ammessi, la sera si doveva rientrare presto, il guardaroba doveva essere adeguato e decoroso, il comportamento ineccepibile. 
Dopo varie ristrutturazioni, nel 2005, il Barbizon Hotel venne convertito in palazzo residenziale di lusso e ribattezzato Barbizon 63. Ad alcune delle vecchie ospiti, che ancora risiedevano nella struttura, venne data però la possibilità di rimanere in appartamenti ad affitto calmierato. 

Perché vi racconto questa storia? Perché il Barbizon è il fulcro attorno al quale Viola Davis ha costruito il suo romanzo, la storia di due donne di epoche diverse, le cui vite si incrociano proprio nei corridoi del Barbizon. 

Darby McLaughlin, negli anni '50, approda a New York dalla provincia per frequentare un prestigioso corso per segretarie; La madre, che desidera per lei un diploma in attesa di un matrimonio decoroso, le ha trovato alloggio all'hotel per signorine. Timida e ingenua, Darby all'inizio viene "travolta" dalla grande città e messa in soggezione dal comportamento delle altre ospiti, ma una volta assaporata la libertà, nemmeno le rigide regole imposte dalla direttrice del Barbizon, riusciranno a imbrigliare la voglia di vivere e sperimentare che la Grande Mela le offre.

“La casa delle bambole... è così che noi ragazzi chiamiamo il Barbizon Hotel, la pensione per signorine, perché è piena zeppa di graziose bamboline come te”

Rose Lewin, nel presente, è una giornalista che vive in un lussuoso appartamento al Barbizon 63. E' affascinata dalle anziane signore del quarto piano, le ex ragazze del Barbizon Hotel, quelle che ancora vivono nel condominio, e da Darby in particolare. Darby, ormai anziana, nasconde il viso dietro una veletta e non ama dare confidenza ai vicini, nei corridoi si mormora a proposito di eventi tragici che la coinvolsero negli anni Cinquanta. Rose ha fiutato una "storia" ed è intenzionata a sfruttarla per scrivere un articolo.

Ben giocato sui classici due piani temporali, il passato e il presente, La casa delle bambole mescola vari generi letterari, il romanzo storico, il giallo, il romance, il romanzo di formazione; lo stile è semplice, leggero, diretto e il risultato è nell'insieme piacevole.
Personalmente ho amato soprattutto la parte ambientata negli anni '50 e la ricostruzione storica, la giovinezza di Darby, la sua ingenuità e il rapporto con le altre ospiti del Barbizon, ragazze che studiavano e lavoravano per assicurarsi un futuro, alcune di loro così moderne da immaginare una vita non necessariamente vincolata a un matrimonio con un buon partito (una rivoluzione per l'epoca).
La storia di Rose nel presente ed alcuni espedienti narrativi che la riguardano, mi sono sembrati meno originali e coinvolgenti.
Nel complesso si tratta di un romanzo gradevole, una storia di donne che cercano il proprio posto nel mondo, un pizzico di mistero, e, sullo sfondo, affascinante più che mai, la New York degli anni '50 e un edificio storico divenuto simbolo di emancipazione femminile.


Genere: Bambole con cervello.
Pagine: 406.
Voto:        
 e mezzo.

Commenti

  1. Avrei dovuto leggerlo ad agosto, ma un paio di arrivi a sorpresa lo hanno fatto scivolare verso settembre. Ti dirò!

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    1. Soavissima! E' un po' che non ci sentiamo, rimedierò :)
      Fammi sapere come lo trovi! Ci sono spunti originali e momenti invece un po' scontati. Nel complesso si legge con piacere. Baci.

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  2. I romanzi in cui si alternano i piani temporali mi intrigano parecchio. Devo confessarti che non lo avevo preso in considerazione e se ho cambiato idea è merito della tua recensione!

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    1. Speriamo ti piaccia, allora! La parte di ricostruzione storica a me è piaciuta, molto interessante. La parte romance un po' meno....

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  3. Che problema hanno alla Harper con queste copertine oblunghe, esattamente?
    Il resto intriga. Sarà che agli anni Cinquanta chi resiste?

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    1. Anni '50 promossi a pieni voti (la parte nel presente, come scrivevo, un po' meno), copertina oblunga, ma molto glamour, secondo me!

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  4. Non avevo preso in considerazione questo romanzo, ma devo ammettere che la trama, ma soprattutto l'ambientazione mi intrigano molto. Sarà che ho un debole per i personaggi in stile con le "signorine" di qualche decade fa.

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  5. Invece la sottoscritta anche questa volta passa oltre. In questo momento ho desiderio di leggere qualcosa di classico. Ti dirò.
    baci da lea

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  6. avevo visto questo libro in libreria e ne ero rimasta folgorata. ho scoperto poi che anche la mia biblioteca ce l'ha ed ovviamente ho già provveduto a prenotarlo.
    anche a me affascina molto la storia ambientata negli anni 50. spero di leggerlo presto e condividere le mie impressioni!
    un bacio Tessa.

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  7. Ho proprio voglia di un romanzo come questo, adoro perdermi nelle atmosfere della New York dgli anni 50...le storie al femminile di quel periodo mi affascinano sempre! Me lo segno!

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