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Recensione: Non aspettare la notte di Valentina D'Urbano (Ediz. Longanesi; 2016).

Cari Lettori, oggi è proprio una giornata autunnale qui nella città di Romeo e Giulietta. Ho chiuso la casa al mare, riportato definitivamente la famiglia a casa e salutato il mio mare, sono stata piuttosto indaffarata, in effetti, ed è tempo di pubblicare un po' di recensioni arretrate.
Cominciamo con l'ultimo romanzo di Valentina D'Urbano, Non aspettare la notte, che ho letto qualche settimana fa.

Giugno 1994. Roma sta per affrontare un'altra estate di turisti e afa quando ad Angelica viene offerta una via di fuga: la grande villa in campagna di suo nonno, a Borgo Gallico. Lì potrà riposarsi dagli studi di giurisprudenza. E potrà continuare a nascondersi. Perché a soli vent'anni Angelica è segnata dalla vita non soltanto nell'animo ma anche su tutto il corpo. Dopo l'incidente d'auto in cui sua madre è morta, Angelica infatti, pur essendo bellissima, è coperta da cicatrici. Per questo indossa sempre abiti lunghi e un cappello a tesa larga. Ma nessuno può nascondersi per sempre. A scoprirla sarà Tommaso, un ragazzo di Borgo Gallico che la incrocia per caso e che non riesce più a dimenticarla. Anche se non la può vedere bene, perché Tommaso ha una malattia degenerativa agli occhi e sono sempre più i giorni neri dei momenti di luce. Ma non importa, perché Tommaso ha una Polaroid, con cui può immortalare anche le cose che sul momento non vede, così da poterle riguardare quando recupera la vista. In quelle foto, Angelica è bellissima, senza cicatrici, e Tommaso se ne innamora. E con il suo amore e la sua allegria la coinvolge, nonostante le ritrosie. Ma proprio quando sembra che sia possibile non aspettare la notte, la notte li travolge...
Come avevo già scritto qui, Valentina D'Urbano solitamente riesce a sorprendermi con romanzi che, per genere e trama, non parrebbero rientrare esattamente nelle mie corde, ma che poi, a conti fatti, apprezzo molto. È successo con Il rumore dei tuoi passi (un amore cupo e malato), con Acquanera (una sorta di favola dark), e con Quella vita che ci manca, dove pur avevo riscontrato un certo "ammorbidimento" (si può dire? Non so, ma rende l'idea) nei protagonisti e nella storia narrata. Ecco, in Non aspettare la notte questa tendenza alla storia d'amore tormentata, sì, ma con retrogusto zuccherino e color rosa confetto, si consolida decisamente. La vicenda di Angelica e Tommaso, i due giovani protagonisti, è una storia d'amore che piacerà sicuramente ai lettori più giovani e romantici, ma che personalmente ho trovato un pochino ingenua e non particolarmente originale.
C'è passione, quella travolgente e assoluta dei vent'anni, c'è tragedia, ma manca quel pizzico di nero, quello stile spigoloso e spesso doloroso, al quale l'autrice ci ha abituato.
Tommaso e Angelica si prendono, litigano, si lasciano, impazziscono di nostalgia come tanti ragazzi della loro età: lei, ricca e un po' viziata, ferita nel corpo e nell'anima dalle cicatrici di un passato che torna a svegliarla ogni notte, lui, estroverso, irriverente e un po' tamarro, irresistibile, ma destinato a perdere la vista per una rara malattia degenerativa. 
Ci sono spunti carini e momenti di pathos, ma in generale le pene amorose, specie se associate a malattie invalidanti, non fanno per me.
Il libro è ben scritto, la prosa della D'Urbano non delude, ma, come ho già scritto, qui manca quel tocco graffiante e personale e il romanzo è un po' troppo young adult per me.
Consigliato ai più giovani e agli amanti delle storie d'amore complicate.

Genere: Ti prendo, ti lascio, ti salvo.
Pagine: 377.
Voto: 
 meno.

Commenti

  1. Ne parlerò anch'io presto sul blog. Dopo i primi pareri sfavorevoli me ne sarei tenuta volentieri lontana tuttavia, per vari motivi, non l'ho fatto e sono incappata a mia volta nella delusione. Manca il graffio, perciò ho qualche ragione di sospettare che questa storia non sia totalmente farina del sacco dell'autrice. Adesso me ne starò lontana da patemi amorosi fino al prossimo della Gazzola, ma ormai manca poco.
    Sono contenta che tu sia tornata, ciao Tessa!

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    1. Ciao Cecilia, io i patemi amorosi li sopporto poco, quindi per ora ne girerò al largo! peccato, perchè la D'Urbano mi aveva sempre sorpreso positivamente :(
      A presto..

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  2. Ciao Tessa!
    Come saprai, l'ho trovato troppo young adult pure per me.
    E sono stato anche più tirato con le stelline/converse. Gli ho negato la mezza. ;)

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    1. Mi sa che hai letto male, è un meno!
      Concordo con te, che l'hai recensito ben prima di me, manca qualcosa in questo romanzo!

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  3. Bentornaaaaaaaaaataaaaaaaaaaaa!!! Scusa, ma se non urlo almeno una volta al giorno, non sono serena! La D'Urbano non rientra nei miei favori, quindi ne sto alla larga. Di sicuro, su questo romanzo sto sentendo pareri sempre poco soddisfatti. Bacio!!

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    1. Soavissima, stanne alla larga, non perdi nulla! ora vado un attimo a medicarmi l'orecchio che mi hai sfondato :)

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  4. Bentornata:)
    Sono una fan della D'Urbano dai primordi: amata con Il rumore dei tuoi passi (doloroso, in una parola), adorata alla follia con Acquanera (perfetto per i miei gusti, a parte un finale un po' affrettato) e poi... delusione totale già con Quella vita che ci manca. Mi sono arrabbiata per questo passo indietro, per questo ritorno alla Fortezza che mi sapeva di ritirata e sconfitta, e con un libro scorrevole, certo, ma assolutamente inferiore ai precedenti (questo per me, certo). Poi Alfredo ha dato la botta di grazia.
    Sono un po' incerta se leggere Non aspettare la notte, lo ero già dalla trama, molto simile a quei New Adult d'oltreoceano che ultimamente impazzano. Non mi dispiacciono (alcuni), ma dalla D'Urbano mi aspetto di meglio. La tua recensione, insomma, non ha fatto che confermare quei sospetti che già covavo. Peccato, davvero, perchè credo che la D'Urbano sia molto brava:(

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    1. Ciao! sono perfettamente d'accordo con te! io Alfredo non l'ho letto, ma se già sei rimasta delusa da Quella vita che ci manca..questo te lo puoi risparmiare. E' decisamente uno young adult. Davvero un peccato!

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  5. Ciao Tessa, mi è definitivamente passata la voglia di leggerlo. E dire che venerdì scorso ho pure ascoltato la D'Urbano dal vivo, ma nn è scattata la scintilla.
    Buona notte da lea

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  6. Ciao :) Il tuo blog mi piace molto quindi ti ho nominata per il Liebster Award, se passi sul mio blog troverai tutte le indicazioni :)

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  7. Tessa, quindi mi pare di capire che, non avendo letto ancora nulla della d'Urbano, non devo assolutamente iniziare da questo romanzo per conoscerla veramente! Buon weekend :)

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  8. ciao, io e la D'Urbano non andiamo d'accordo, mi piacciono le idee che ha, obiettivamente scrive bene, ma io fatico sempre con i suoi libri, la sua cappa di tristezza mi fa leggere con difficoltà

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    1. Ciao Chiara. Direi che questo romanzo allora non fa per te! forse è meno "triste", meno duro, ma è comunque cupo e le idee non sono originalissime :)

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  9. Ciao piacere di conoscerti sono Ely ^_^ Ho trovato per caso iil tuo blog e mi piace moltissimo, la grafica mette felicità, complimenti <3 Mi unisco subito ai lettori fissi per continuare a seguirti, se ti andaase di passare da me ovviamente ne sarei felicissima <3 a presto, Ely di ilregnodeilibri.blogspot.it

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  10. come avevo scritto a Cecilia ecco ancora una recensione non positiva per questo libro, preferisco a questo punto rimanere attaccata ai suoi vecchi scritti :D

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