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Recensione: L'invenzione delle ali di Sue Monk Kidd (Ediz. Mondadori, 2015).

Charleston, South Carolina, 1903, Sarah Grimké compie 11 anni e riceve in dono, infiocchettata come un bambola, una schiava della stessa età, Hetty, destinata a divenire la sua cameriera personale.

Parte da questo evento, realmente accaduto, il bel romanzo di Sue M. Kidd, L'invenzione della ali, un racconto parzialmente tratto dalla storia vera di Sarah Grimké, una donna proveniente da una facoltosa famiglia di giuristi e proprietari terrieri, che si fece paladina del movimento abolizionista e lottò tutta la vita per il diritto alla libertà e per la parità dei sessi.
L'invenzione delle ali fa proprio della libertà il suo tema centrale: Sarah anela alla libertà di pensiero, alla possibilità di emanciparsi dalla società da cui proviene, che limita le sue ambizioni, in quanto donna, alla spasmodica ricerca di un buon marito. Intelligente e avida lettrice, attaccatissima al fratello maggiore e al padre, Sarah ragazzina sogna un futuro da giurista; è solo quando riceve Hetty in dono, simbolo del suo essere divenuta una "piccola donna", pronta per il debutto in società, che il peso del maschilismo e bigottismo imperante la travolge come un'ondata. Rifiutando Hetty, Sarah mette in moto una serie di eventi destinati ad allontanarla sempre più dalla propria famiglia e credo religioso. Un percorso doloroso che la porterà, lontano da casa, ad abbracciare il quaccherismo e le sue aperture anti schiaviste, ad affermarsi come donna pensante e per questo spesso profondamente sola. Al suo fianco, nell'età adulta, combatterà la sorella minore Nina, cresciuta all'ombra degli ideali della zia, che considera una madre e una guida.
La sinossi del romanzo insiste sul legame stretto tra Sarah e la schiava Hetty, sul loro rapporto difficile ma speciale e lungo una vita: è vero che Hetty è protagonista tanto quanto Sarah, sono entrambe voci narranti, ma le loro storie, da un certo punto in poi, scorrono parallele ma lontane, meno legate di quanto mi sarei aspettata.
E se la storia di Sarah trova il suo punto di forza proprio nell'essere una storia romanzata, ma basata su un personaggio realmente esistito e unico, il racconto, seppur commovente, di Hetty, detta Monella, della sua fiera e indomabile mamma Charlotte e della loro lunghissima e tragica ricerca della libertà fisica, risulta forse meno originale e potente. Come ci racconta l'autrice il personaggio di Hetty adulta è totalmente frutto della sua fantasia e risulta, in certi punti, meno credibile e più stereotipato. Bello, invece, il rapporto delle protagoniste bambine.
In conclusione un romanzo davvero ben scritto, scorrevole, storicamente interessante e adatto proprio a tutti.
Se vi interessa sapere di più sulla storia vera di Sarah e Nina Grimké, potete leggere questo bel post di Daniela del blog Un libro per amico (qui).

Genere: cattiveria umana in tutte le sue declinazioni.
Pagine:393
Voto: 


Commenti

  1. Di questo libro ho letto solo belle recensioni....Lo voglio!

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    1. E' un libro ben scritto, senza sbavature, penso metta d'accordo un po' tutti!

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  2. Ciao tessa, questo libro deve essere proprio un bella lettura!!! E' da tempo che lo corteggio e spero di leggerlo al più presto!!!! Un bacio Rosa

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  3. Ciao tessa, questo libro deve essere proprio un bella lettura!!! E' da tempo che lo corteggio e spero di leggerlo al più presto!!!! Un bacio Rosa

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  4. Ciao! Sono una nuova follower e devo dire che mi sono innamorata di questo blog dall'aria così British <3 Questa recensione mi è stata davvero utile, perché avevo intenzione di comprarmi "L'invenzione delle Ali" solo per la copertina: ora so che ha anche un bel contenuto! Grazie :D

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    1. Ma grazie!! aria British è il miglior complimento che potevi farmi!

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